La letteratura sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) riporta molte evidenze sul legame esistente tra un pregresso Disturbo Specifico di Linguaggio (DSL) ed un DSA, formulando alcuni modelli di funzionamento.

Il primo modello prevede che i due disturbi siano manifestazioni differenti di un deficit nella programmazione fonologica  e nella memoria di lavoro (Tallal et al., 1997), il quale si presenterebbe in forma

maggiore nel DSL. Questi bambini infatti manifesterebbero problematiche più significative nella lettura delle parole, come nei diversi ambiti del linguaggio espressivo; inoltre, il persistere di deficit fonologici e non interferirebbe nei processi di automazione del codice scritto.

Il secondo modello prevede che DSA e DSL siano soltanto in parte simili, in quanto in entrambe è presente un deficit di processamento fonologico, ma ugualmente severo in tutti e due i gruppi ed inoltre i DSL svilupperebbero ulteriori deficit cognitivi indipendenti dal deficit fonologico (Bishop e Snowling, 2004).

Il terzo modello prevede che i due gruppi siano visti come disturbi completamente distinti con differenti deficit cognitivi e fenotipi specifici (Caron e Rutter, 1991); il deficit di processamento fonologico sarebbe il fattore determinante della dislessia, mentre nei DSL coesisterebbero difficoltà più pervasive. Il deficit fonologico viene considerato in comorbidità e non derivante da fattori comuni ai due gruppi clinici.

Le abilità fonologiche sono fondamentali per le lingue alfabetiche come la nostra, in cui la scrittura si basa sull’organizzazione sonora della parola, fonema per fonema. Studi longitudinali hanno dimostrato come soggetti con pregresso disordine fonologico eseguono compiti di lettura e conoscenza metafonologica ottenendo prestazioni inferiori a quelle dei soggetti di controllo, mettendo in evidenza come un DSL a prevalente compromissione fonologica determini difficoltà nel processo di conversione grafema-fonema con un’interferenza precoce nell’apprendimento del codice scritto.

Le abilità fonologiche sarebbero dunque cruciali per l’acquisizione delle corrispondenze fra lettere e suoni: la ricerca individua nella consapevolezza fonologica e nella denominazione rapida  i fattori che predicono in maniera maggiore l’apprendimento della lettura.

La relazione tra consapevolezza fonologica in età prescolare e lettura mettono in evidenza che il livello di acquisizione di queste abilità consente di predire il livello di apprendimento futuro della lettura nei sistemi alfabetici (dislessia e DSL presentano infatti numerosi errori fonologici, ortografici e semantici).

Si può dunque affermare che le difficoltà di linguaggio su base fonologica, soprattutto per quanto riguarda le abilità metafonologiche (riconoscimento della sillaba iniziale e finale delle parole, riconoscimento di rime, spelling, evocazione di parole),  sono molto spesso alla base dei DSA ed, in particolar modo, dei disturbi di lettura e scrittura, per i quali sembrano rappresentare un importante fattore causale e che, allo stesso tempo, un problema di letto-scrittura può rendere ancora più difficile la maturazione delle competenze fonologiche.

Per questo motivo sarebbe importante effettuare degli screening linguistici durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia allo scopo di identificare quei bambini che presentano ancor

a un linguaggio non del tutto acquisito, requisiti per l’apprendimento della letto-scrittura e del calcolo non automatizzati e poter intervenire attraverso attività mirate da svolgere in classe o tramite un potenziamento logopedico individuale.

 

 

 

Scritto dalla Dott.ssa Cristina Iosa – Logopedista

 

 

 

 

 

 

RITARDO DI LINGUAGGIO E DISLESSIA: quale legame?

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