La prospettiva teorica considera essenziali per l’apprendimento le caratteristiche di contesto sociale, che sono proprie della scuola. I dati delle ricerche mettono in mostra come predomini nell’interazione verbale tra alunni e insegnante la sequenza composta da: domanda dell’insegnante, risposta dell’allievo, valutazione dell’allievo. L’attività di “porre domande”, comportamento più frequente da parte dell’insegnante, si caratterizza per il fatto che non si tratta di domande per sapere o capire, ma di domande che hanno lo scopo di verificare se l’allievo ha appreso ciò che è stato insegnato. Da alcune ricerche è emerso come la situazione di interazione sociale in classe, discussione, comporti specifici processi linguistici.

Tra l’insegnante e l’allievo si creano, durante gli anni scolastici, delle relazioni di attaccamento e l’uso della comunicazione non verbale, quale il sorriso ad esempio, è strettamente collegato all’accoglienza ed è alla base di tutte le relazioni. Particolarmente importante è l’attenzione che la maestra rivolge all’alunno (riconoscendolo per nome e cognome) e la frequenza con cui a questo si rivolge poiché, nominando il bambino, si riconosce all’individuo la sua identità.

Nella scuola l’insegnante assume inoltre la funzione di “facilitatore dell’apprendimento”: egli crea in classe un clima che rispetta l’integrità dello studente, che accetta le sue opinioni e i suoi atteggiamenti in quanto espressioni legittime del suo schema di riferimento interno. Il docente accetta i sentimenti e gli atteggiamenti emotivi che sono propri di ogni esperienza educativa o di gruppo e accetta se stesso come membro di un gruppo di apprendimento, piuttosto che come autorità, che mette a disposizione le risorse necessarie all’apprendimento, con la fiducia che esse saranno senz’altro utilizzate se risponderanno ai bisogni del gruppo.

C.R. Rogers propone un’idea di scuola come un sistema didattico sintonizzato sull’espressione dei bisogni, sui sentimenti e in particolare sull’empatia e l’ascolto, ossia sul clima relazionale che favorisce la crescita e lo sviluppo della persona, nonché la risoluzione dei conflitti interpersonali. Queste attitudini concorrono alla realizzazione del clima positivo in classe: l’ascolto empatico, non valutativo, favorisce il dialogo e permette all’insegnante di comprendere le impressioni e i significati che il processo educativo suscita nello studente. Fondamentale è l’accettazione dell’allievo, una forma di interesse e rispetto, nonché di considerazione e fiducia nelle sue capacità e potenzialità.

Il metodo proposto da C.R. Rogers, da T. Gordon e più in generale da quelli che mirano a costruire all’interno della classe una comunicazione efficace, si propone di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • incentivare i bambini ad acquisire consapevolezza dei loro sentimenti ed esprimerli in modo chiaro;
  • incentivare nei bambini fiducia in sé ed autostima;
  • favorire l’integrazione del gruppo;
  • esprimere i sentimenti utilizzando il linguaggio verbale e non;
  • dichiarare le proprie idee;
  • esprimere il dissenso;
  • effettuare scelte consapevoli;
  • saper chiedere aiuto quando lo si ritiene necessario.

All’interno di questa cornice teorica, quando in un gruppo classe sono inseriti alunni con disturbi specifici dell’apprendimento, l’ascolto, l’accoglienza e l’assenza di giudizio diventano ingredienti indispensabili per la costruzione di un terreno favorevole al processo di apprendimento.

I ragazzi e i bambini con DSA hanno bisogno di un ambiente che integri le loro difficoltà specifiche in modo armonico nel contesto classe, senza sottoporli alla continua frustrazione del confronto con il limite e favorendo lo sviluppo delle potenzialità indispensabili alla compensazione delle fragilità.

Per parlare di inclusione, quindi, non basta aprire le porte alla diversità, ma è necessario accoglierla e valorizzarla nell’ambito di un progetto educativo e didattico più ampio.

Sono molti gli esperti del mondo della scuola concordi nel sottolineare l’importanza di utilizzare sempre e ovunque una varietà di metodologie e strategie didattiche in maniera flessibile, poiché non esiste un’unica metodologia inclusiva in grado di favorire efficacemente l’apprendimento di tutti gli studenti come non esiste un unico stile di apprendimento.

In quest’ottica, per benessere scolastico si intende la creazione di un clima sereno, armonioso e di collaborazione tra tutti i membri di una classe. Si tratta di una condizione indispensabile che serve a garantire ai docenti e agli allievi buone predisposizioni per svolgere il rispettivo compito: insegnare e apprendere.

A cura della dott.ssa Paola Borgarello

Insegnante ed alunno. Una relazione fondamentale per favorire l’apprendimento.
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