La memoria è una delle funzioni cognitive che  tra tutte ha un ruolo fondamentale per l’apprendimento.

Grazie alla memoria noi assimiliamo, riteniamo e richiamiamo le informazioni che abbiamo appreso attraverso l’esperienza e, in base a queste, organizziamo le nuove informazioni e le nuove conoscenze.

Gli psicologi si sono interessati da sempre allo studio della memoria, elaborando nuove teorie, modelli e metodi di misurazione. Questo lavoro continua ancora oggi, e sebbene siano ancora molti i punti da chiarire, la letteratura è già in grado di spiegare il funzionamento della memoria e delle sue varie forme (memoria dichiarativa, procedurale, semantica, episodica, a breve e a lungo termine, ecc.) e come sia possibile misurarla e allenarla.

Recentemente sta aumentando  l’interesse per le implicazioni della memoria sull’apprendimento scolastico, anche in relazione alle difficoltà ad esso legate, come ad esempio i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Molti studi hanno messo in luce come un particolare tipo di memoria, la cosiddetta “working memory” (memoria di lavoro), abbia un ruolo fondamentale nell’apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo e come alla base dei DSA si riscontri spesso un deficit della memoria di lavoro.

Che cos’è la Memoria di Lavoro?

La Memoria di Lavoro (ML) è un sistema dinamico di elaborazione e mantenimento delle informazioni fonologico-verbali e visuo-spaziali. Essa ha la funzione di processare le informazioni in ingresso e contemporaneamente di mantenere attive quelle già elaborate; questa funzione è fondamentale per i processi cognitivi di ordine superiore, fra cui l’apprendimento, la comprensione del testo e del linguaggio parlato, il ragionamento e la capacità di prendere decisioni.

La ML è anche definita come la capacità di usare le informazioni, temporaneamente immagazzinate, per l’esecuzione di un compito cognitivo complesso o come uno spazio mentale per la manipolazione di informazioni selezionate dalla memoria a lungo termine.

Molto spesso la ML viene equiparata alla Memoria a Breve Termine (MBT). È bene, invece, tenere presente una differenza fondamentale tra le due: la MBT è per sua natura passiva, nel senso che la sua funzione è esclusivamente quella di immagazzinare le informazioni; invece, la ML, oltre al ruolo di mantenimento, ha anche un ruolo attivo di elaborazione delle informazioni e di collegamento anche con la memoria a lungo termine.

Negli anni i ricercatori hanno sviluppato approfondimenti e proposte teoriche alternative al modello originariamente proposto da Baddeley e Hitch (1974), il quale rimane di fatto uno dei più conosciuti.

Quale relazione c’è tra memoria e apprendimento?

La relazione che esiste fra memoria e apprendimento è uno degli elementi più affascinanti e complessi del nostro cervello. Apprendere non significa studiare a memoria, ma sviluppare la capacità di selezionare le informazioni rilevanti, organizzarle in concetti chiave e concetti di dettaglio, creare associazioni fra le informazioni immagazzinate e ciò che già conosciamo, permettendo alle nostre memorie di operare con la massima efficienza.

Cosa vuol dire avere difficoltà a memorizzare?

Chiunque abbia problemi di memoria di lavoro non riesce a gestire a lungo l’attenzione perché va in sovraccarico cognitivo la memoria di lavoro è coinvolta:

– nel recupero delle informazioni dalla memoria a lungo termine

– nell’organizzazione del discorso (quando si devono trovare le parole appropriate e organizzarle in modo efficace)

– nel recupero lessicale

– nell’organizzazione sintattica

– nella comprensione del testo ( collegamenti )

– nel ragionamento matematico – aritmetico

Il sovraccarico della memoria di lavoro tende a cancellare le informazioni e a far perdere l’attenzione. Una compromissione in questo ambito si trova molto spesso sia in persone con disturbi dell’attenzione, sia in persone con DSA.

Le difficoltà possono essere:

– Difficoltà nel mantenere l’attenzione

– Difficoltà nel pianificare i tempi e le attività

– Difficoltà nello svolgere il compito in autonomia

– Difficoltà ad automonitorarsi e autocorreggersi

Per questi motivi è fondamentale riconoscere le difficoltà nell’ambito della memoria di lavoro e aiutare i ragazzi con tali fragilità dando loro strategie per supportare la memoria, per l’automonitoraggio, per migliorare gli aspetti di pianificazione e organizzazione, e sostenere i ragazzi considerando tutte le variabili implicate, non solo dal punto di vista didattico, ma anche emotivo.

A cura della dott.ssa Laura D’Alessandro

La memoria e l’apprendimento
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