La Legge 170 del 18/10/2010 e le “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento” (pubblicate dal dipartimento per l’istruzione del MIUR, in data 12/07/2011), nell’ampia sezione dedicata alla Scuola dell’Infanzia, sottolineano il suo fondamentale ruolo «sia a livello preventivo, sia nella promozione e nell’avvio di un corretto e armonioso sviluppo del bambino in tutto il percorso scolare». È importante, infatti, riconoscere i segnali di rischio già nella scuola dell’infanzia per identificare precocemente le possibili difficoltà di apprendimento e, come mostrano numerose evidenze e come suggeriscono le Linee guida, è necessario che il bambino frequenti un ambiente ricco di stimoli, in forma ludica, che vadano a sviluppare le competenze necessarie al successivo approccio alla letto-scrittura.         Per lo sviluppo della letto-scrittura, infatti, è necessario che il cervello sia in grado di collegare e integrare le informazioni provenienti dalle aree visive, uditive, linguistiche e concettuali.   
I prerequisiti dell’apprendimento sono, quindi, sotto-abilità specifiche che operano insieme affinché un’abilità generale (lettura, scrittura, …) possa emergere ed evolversi in modo organizzato. 
Alla base delle difficoltà di apprendimento hanno grande importanza anche i fattori linguistici (memoria verbale, capacità di costruire una frase complessa, competenze narrative e soprattutto abilità fonologiche ovvero riuscire a percepire e discriminare i suoni che formano una parola). Molto spesso però si associano anche difficoltà a carico dell’organizzazione motoria e/o dei sistemi percettivi (analisi visiva e uditiva, ritmo, percezione dell’ordine temporale, abilità di procedere seguendo il rigo da sinistra a destra, corrispondenza grafema-fonema, ovvero capire quali lettere scritte corrispondono a quali suoni).

Di seguito i prerequisiti per ogni apprendimento:

Lettura e scrittura

  • Discriminazione visiva: capacità di riconoscere le lettere scritte, distinguendole da altri segni grafici, e differenziarle tra loro in funzione della forma e dell’orientamento spaziale
  • Discriminazione uditiva: capacità di riconoscere i suoni linguistici
  • Memoria fonologica a breve termine: capacità di mantenere in memoria, per un breve periodo di tempo, informazioni di tipo verbale
  • Abilità metafonologiche o consapevolezza fonologica: capacità di riconoscere le caratteristiche dei suoni che compongono le parole; comprendono la capacità di fusione (C-A-N-E → CANE) e quella di segmentazione (CANE → C-A-N-E).
  • Coordinazione oculo-manuale: capacità di coordinare la percezione visiva con l’esecuzione di movimenti delle mani
  • Denominazione Rapida Automatizzata (RAN): capacità di nominare rapidamente una sequenza ripetuta casualmente di lettere, numeri, oggetti o colori

Comprensione del testo

  • Conoscenza lessicale: tutti i vocaboli conosciuti dal bambino
  • Comprensione sintattica: capacità di comprendere la struttura della frase
  • Capacità inferenziali: interpretare le parole in base al contesto del brano
  • Memoria di lavoro: permette di riorganizzare le informazioni del testo ottenendo una visione globale

Calcolo

  • Abilità lessicali: pronunciare l’etichetta verbale del numero
  • Abilità semantiche: capire la quantità a cui quel numero fa riferimento (unità, decine, centinaia…)
  • Conteggio: capacità di enumerazione in avanti e indietro
  • Abilità pre-sintattiche: comprensione del valore posizionale delle cifre

Memoria

  • Memoria a breve termine: contiene le informazioni per un periodo di tempo molto breve
  • Memoria di lavoro: mi permette di ricordare e rielaborare le informazioni
  • Memoria a lungo termine: è un archivio in cui sono conservate tutte le esperienze e le conoscenze acquisite nel corso della vita

Funzioni esecutive

  • Avvio: inteso come attivazione cognitiva per eseguire un’attività richiesta
  • Flessibilità: abilità di passare rapidamente da un compito ad un altro
  • Controllo dell’interferenza: mantenere l’attenzione nonostante la presenza di distrattori
  • Riaggiornamento della memoria di lavoro
  • Organizzazione e pianificazione: programmazione di strategie per la risoluzione di un compito

Attenzione

  • Attenzione sostenuta: capacità di mantenere un’efficace attenzione protratta nel tempo
  • Attenzione selettiva: cattura dell’attenzione da parte di un solo stimolo
  • Attenzione visiva selettiva: capacità di selezionare uno stimolo visivo specifico nonostante la presenza di distrattori

In conclusione, l’individuazione precoce dei soggetti che possono essere definiti “a rischio” ha la finalità di ridurre la probabilità di un loro insuccesso scolastico attraverso interventi di tipo educativo e logopedico mirati e specifici. La rilevazione precoce delle difficoltà di apprendimento, pertanto, non deve limitarsi alla segnalazione o, ancor peggio, all’attribuzione di etichette diagnostiche, con tutte le conseguenze negative che potrebbero derivarne, ma deve costituire il primo passo per l’inizio di un programma educativo di recupero. Una delle ragioni più importanti per intervenire precocemente è che le differenze si accentuano con il passare del tempo. Si è infatti dimostrato che se a cinque anni un bambino presenta una carenza nello sviluppo di lieve entità, a otto anni questa può mostrarsi più severa se non si sono attuati, nel frattempo, interventi compensatori.

A cura della Dott.ssa Giulia Dabormida

Quali sono e che importanza hanno i prerequisiti dell’apprendimento?

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