Oggi sono tanti gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento che frequentano i più svariati corsi di laurea. Sono ragazzi consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza, che si organizzano bene e arrivano, seppur con qualche fatica in più, a raggiungere i propri obiettivi.

La Legge 170/2010 tutela gli studenti universitari con DSA: l’art.5, comma 4, prevede che, a fronte della presentazione e acquisizione da parte dell’Università della diagnosi, siano poi garantite durante l’intero percorso di istruzione,  idonee forme di verifica e valutazione sia per quanto riguarda i test di ammissione che per gli esami universitari.
Gli Atenei hanno un ruolo molto importante nel dare precise indicazioni e calibrare le giuste strategie. Tra l’altro, poiché molti studenti con DSA arrivano senza diagnosiè importante che le Università si organizzino per individuare tramite appositi screening, casi di difficoltà per poi orientarli verso una diagnosi adulta.

 

Per accedere ai servizi dedicati ai ragazzi con DSA, anche ai fini delle prove di ammissione ai corsi di studio, lo studente deve dunque presentare la diagnosi clinica di DSA, che deve:

  • rispondere ai criteri della Consensus Conference (2011),
  • riportare i codici nosografici e la dicitura esplicita del DSA in oggetto,
  • contenere le informazioni necessarie per comprendere le caratteristiche individuali di ciascuno studente, con l‘indicazione delle rispettive aree di forza e di debolezza.

Prima del compimento del 18° anno di età, la diagnosi va rinnovata ogni tre anni, mentre una diagnosi redatta dopo i 18 anni resterà valida per tutto il percorso universitario
La diagnosi è possibile farla sia nel servizio pubblico che nei centri privati, mentre le certificazioni sono rilasciate solo ed esclusivamente dalle strutture del SSN.

 

La presentazione della diagnosi dunque, consente di accedere ai test di ammissione con alcune modalità precise:

  • Concessione di tempi aggiuntivi fino ad un massimo del 30% in più rispetto a quello definito per le prove di ammissione e in relazione alla tipologia di prova.
  • Misure dispensative o compensative extra nei casi di particolare gravità in modo tale da garantire pari opportunità.

Una diagnosi chiara permette di poter usufruire durante l’anno accademico di tutti gli strumenti dispensativi e compensativi e di flessibilità didattica, così come per tutti gli altri ordini di scuola.

Durante l’anno accademico per quanto attiene gli strumenti compensativi si possono utilizzare:

  • registratore digitale,
  • PC con correttore ortografico;
  • testi in formato digitale;
  • programmi di sintesi vocale;
  • la presenza di tutor con funzione di lettore, nel caso in cui non sia possibile fornire materiali d’esame in formato digitale;
  • calcolatrice;
  • tabelle e formulari;
  • mappe concettuali;
  • materiali didattici in formati accessibili (presentazioni, dispense, eserciziari), forniti se necessario in anticipo sulle lezioni;
  • altri strumenti tecnologici di facilitazione nella fase di studio e di esame.

Per quanto concerne invece le misure dispensative, è possibile:

  • considerare la possibilità di suddividere la materia d’esame in più prove parziali;
  • privilegiare verifiche orali piuttosto che scritte, tenendo conto anche del profilo individuale di abilità;
  • laddove l’esame scritto venga ritenuto indispensabile, verificare se il formato scelto (ad es. test a scelta multipla, o a risposta chiusa, ecc.), rappresenti un ostacolo e se possa essere sostituito da altre forme di valutazione scritta;
  • sempre con riferimento alle prove scritte, prevedere alternativamente la riduzione quantitativa, ma non qualitativa, della prova stessa, oppure la concessione di tempo supplementare, fino a un massimo del 30%, per lo svolgimento della prova;
  • considerare nella valutazione i contenuti piuttosto che la forma e l’ortografia.

 

E’ consigliabile comunque cercare il Servizio per la Disabilità e i DSA dell’ateneo. In seguito, a seconda delle indicazioni ricevute, si potrà decidere di contattare direttamente il docente dell’esame in corso, in modo da accordarsi sulle modalità dell’esame e condividere con lui gli strumenti che si utilizzeranno in sede di esame.

Spesso succede anche che la mediazione studente-professore avviene con l’aiuto di docenti referenti DSA di area didattica, oppure di un tutor di Facoltà, che si occupa anche in molti casi di affiancare lo studente durante gli esami, spiegandogli le parti più complesse, insegnandogli l’uso dei software compensativi e le strategie di studio. Non si tratta della figura del tutor DSA professionista, ma di un tutoraggio alla pari, ovvero un altro studente, che lo affianchi per sostenere lezioni ed esami durante il percorso universitario.

Anche la componente psicologica è fondamentale per riuscire a portare a termine gli studi: se un esame non va bene non bisogna demoralizzarsi perché non si è riusciti a fare ciò che ci si era prefissati, ma sarà importante provare a riorganizzarsi senza perdere la volontà di raggiungere i propri obiettivi.

Una delle cose più importanti è conoscere le proprie modalità di apprendimento per individuare quello più adatto per se stessi. Se non arrivano i risultati sperati, non bisogna comunque aver paura di sperimentare nuove modalità perché queste possono consentire di migliorare il proprio approccio allo studio e renderlo più efficace, riducendo la fatica, che è il principale fattore critico per le persone con DSA. Le strategie e le modalità di studio poi possono cambiare a seconda del tipo di esame o della mole di materiale da preparare.

Infine ci sembra importante sottolineare che, come per ogni studente, riesce ad arrivare alla laurea chi ha fatto una scelta legata alle proprie passioni e che rispecchia i propri punti di forza. Se la scelta è giusta sarà più facile tenere la bussola per tutto il percorso.

 

 

Carriera universitaria e Disturbi Specifici dell’Apprendimento
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